La mafia e una sala bingo, un connubio illegale che è stato smascherato e smantellato relativamente alla gestione da parte della mafia della sala bingo Las Vegas, una delle più grandi d’Europa. La sala, che si trova a Palermo in Viale Regione Siciliana, risultava formalmente intestata alla famiglia Casarubea ma era in realtà, come l’hanno definita gli inquirenti, una specie di “lavatrice” che serviva a ripulire i soldi di Cosa Nostra.
Era da tempo che la sala bingo, che vanta un fatturato annuo di 80 milioni di euro e una superficie di 3.500 metri quadri, veniva gestita dalla mafia attraverso il lavoro di cinque prestanome del boss Nino Rotolo che pochi giorni fa sono stati condannati dalla seconda sezione del Tribunale di Palermo. Le richieste e le tesi del sostituto procuratore Gaetano Paci sono state interamente accolte dal giudice Seminara che ha, quindi, disposto la condanna degli imputati: Francesco Casarubea a sette anni, Alessandro Mannino, Vincenzo Marcianò, Rosario Inzerillo e il cognato di quest’ultimo, Filippo Piraino, tutti a sei anni di reclusione. Per tutti è stata accolta la tesi secondo la quale le persone incriminate erano a conoscenza dell’illegalità delle attività chesi svolgevano all’interno della sala.
Già nell’ottobre di cinque anni fa, come misura preventiva, fu sequestrato un quinto delle quote della società intestate ai soggetti appena condannati.